Posizionarsi

C’è  una gran confusione. Nella mia stanza, in casa, nel cortile. Il letto è disfatto, le lenzuola e la trapunta non sono mai dove dovrebbero. Ho sempre freddo di notte, mi aggroviglio mentre le mani cercano tra lo spazio buio la consistenza di una coperta. Sul pavimento della camera ci sono gli abiti indossati durante la giornata, i libri sfogliati, i disegni, i fogli con appunti. Oltre la porta di casa, un gran vociare tra le scale, è in corso un trasloco. In strada c’è traffico, un orchestra della città sperimenta suoni per musica garage. Sperimentazione acustica per nuove avanguardie musicali.

Le persone invadono continuamente il tuo tragitto, le suonerie dei cellulari rompono la tua concentrazione, senza volerlo sei nella vita di un altro, sei trascinato nella frenetica e problematica vita altrui. Tuo malgrado ascolti più generi musicali, brani o colonne sonore che forse non proveresti mai ad ascoltare. I corpi si toccano continuamente. Microtraumi. Sei continuamente in uno stato di sollecitazione senza oggetto. Non c’è niente di diverso dalla situazione geopolitica mondiale. I più prepotenti e concentrati su se stessi non si curano affatto degli altri. Le loro idee s’impongono con una violenta invasione territoriale. C’è una violenza voluta e condivisa. Come reagire? è necessario trovare la propria posizione, determinare il proprio bisogno spaziale senza violare quello degli altri, fare in modo che la propria posizione sia perfettamente bilanciata al bisogno privato senza violare quello dell’altro. Non è per niente facile. é una continua e inesorabile disciplina del sé,  il lavoro più terribile e temibile con cui occupare il proprio tempo.

La parola posizione determina un ventaglio semantico molto interessante. Anzitutto è “il luogo dell’oggetto”, indica il modo di pensare e ne definisce irrimediabilmente le relazioni tra persone, è l’atteggiamento del corpo di una persona. è anche il luogo da difendere o conquistare nell’accezione di guerra di posizione.

Guerra di posizione, invasione, occupazione sono inequivocabili declinazioni dello stesso fatto. Posizione nel senso economico individua lo stato e la determinazione economica. Trovare il proprio posto nel mondo. Il nostro stare nel mondo, originariamente essere nel mondo è determinato da due coordinate fondamentali, una temporale, del tempo della vita, e una spaziale, legata alla corrispondenza biologica, chimica e vitale di un ambiente al nostro essere. La determinazione spaziale di questo stare nel mondo si è declinata nei secoli con la posizione economica, o meglio la sfera di relazioni lavorative e non che definisce la nostra zona d’influenza. In breve, il luogo in cui viviamo è determinato da quel che facciamo, ovvero quale lavoro eseguiamo. Il lavoro determina chi siamo, dove è necessario vivere per definirci. Il mondo in cui si definisce la nostra posizione è violento.

Lo stare al mondo inteso come la nostra posizione nel mondo, circoscrive il nostro essere economico. è necessario riconoscere che l’ordine parentale, l’ordine sociale, l’ordine economico, l’ordine politico sono iscritti nel nostro corpo e ne hanno ridotto il campo d’azione, non solo, hanno irrigidito il nostro pensiero e determinato comportamenti automatici, automatismi psichici. Tuttavia la determinazione dell’essere nel mondo non è affatto più semplice, anzi! Il mondo è pur sempre lo stesso, di conseguenza violento, ma il fine preposto mira a stabilire una posizione più consona all’essenziale natura ed essenza del mondo e dell’individuo. Questa possibilità implica il coraggio e la forza di sottoporsi al disagio sociale, al dubbio come esercizio del pensiero, alla fame come prescrizione dietetica, al freddo come esercizio del corpo. Mettere a distanza le opinioni condivise, le scelte determinate per ciò che si ritiene una vita tranquilla, valutare lavori che rispettino l’umano e la natura, non accettare compromessi per ottimizzare i tempi, guardarsi dall’immagine dei selfie.

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